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Krea_Attiva_Mente # 1

di Luca C Matteazzi

Annamaria Targher cela una totale riservatezza personale ben protetta da un cambiare spesso modo di esprimersi così da depistare un po’ chi tenta di avvicinarsi troppo al Suo reale e profondo pensiero, per questo forse si riuscirebbe a conoscere veramente la Sua opinione se Le si chiedesse di riferirci non tanto in merito ad un suo lavoro, ma piuttosto ad una copia dello stesso realizzato da altri, così forse, per interposta persona rivelerebbe veramente la genesi delle sue creazioni fattesi contenitore dei suoi linguaggi e momenti diversi, delle sue ansie, delle sue inquietudini e dei continui cambiamenti della sua instancabile sperimentazione.
Annamaria Targher, quando è sopraffatta dall’urgenza di creare, usa anche i coltelli come atto aggressivo verso l’arte tutta e li usa per scavare, per tagliare, per ferire e distruggere quello che ha appena creato, in uno stato che può dirsi al contempo cosciente ed incosciente. È un arte fattasi violenta e poi nuovamente e dolcemente gestuale quando assalita dal desiderio di qualcosa di più lirico, allora approda all’olio per una pittura che si fa fortemente spirituale o, quando la tela vuota Le risulta troppo definita, nel tentativo di “uscirne” e superarla, prende ad usare altri materiali come tessuti, fili, nella tensione di una resa tematica umana e nel tentativo di creare spessori, volumi e dimensioni altre.
La tela per Lei è in qualche modo sempre troppo limitante.
Il Suo lavorio mentale e le opere che ne scaturiscono si definiscono pienamente quando capisci dal suo parlare, che Annamaria Targher conosce molto bene l’arte creata dai grandi, anzi, la Sua devozione nei loro confronti è tale da voler non solo prendere spunto, ma quasi copiarne, idee, significati e tecniche tanto da riproporre tali e quali i quadri di grandi maestri.
Ma il Suo è solo un continuo ed instancabile susseguirsi di omaggi agli artisti che non ci sono più, un modo straordinariamente umile e commovente per tenerli ancora tra di noi.
E Annamaria Targher non lo nasconde.

Luca C Matteazzi

 

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